AFRICA

La rivolta degli alberi di Natale

Una bella donna in piedi in un bosco con indosso una gonna lunga, una camicetta a quadretti e un gilet di pelliccia parlava dai teleschermi degli Stati Uniti, sotto il titolo: "Il Rockefeller Center ha scelto l'albero".
Sorridendo ai telespettatori diceva: "Un abete del Vermont alto ventiquattro metri sta per diventare quest'anno l'albero di Natale più famoso del mondo. Scelto per la sua maestosa bellezza, venne piantato quasi cinquanta anni fa in un bosco di Stowe. L'arrivo dell'albero al Rockefeller Center quest'anno sarà accolto da un coro di centinaia di alunni provenienti da tutta la città, che canteranno una serie di motivi tratti dalle colonne sonore dei film di Natale. L'abete verrà abbattuto lunedì mattina e quindi trasportato a bordo di un camion e caricato su una chiatta nei pressi di New Haven, da dove proseguirà via mare, attraverso lo Stretto di Long Island, fino a Manhattan".
Nello stesso tempo, in Europa, nelle foreste del Nord e sulle pendici delle Alpi scendeva lemme lemme la neve. Ma non c'era il solito silenzio ovattato. L'aria placida era graffiata da strani lamenti.
"Ahia! Lasciatemi stare!"
"Giù le mani dal mio tronco!"
"Basta! Mi fate male!"
L'irritante angoscioso sibilare delle motoseghe non cessava. Solo una pausa a mezzodì. Uomini che ridevano e scherzavano, poi tutto ricominciava. A sera, sulla neve restavano solo le tracce dei copertoni degli autocarri che erano svaniti verso le città con il loro carico di prede e tanti buchi vuoti nel terreno della foresta, dove poco prima c'erano piccoli e grandi abeti che scherzavano felici con il vento.
L'annuale "mattanza" degli alberi di Natale era incominciata.
In molti paesi del mondo, la scena era la stessa. Alberi di Natale grandi e piccoli venivano innalzati nei Centri Commerciali, negli uffici, nei negozi, nelle case. Mani adulti e mani impazienti di bambini ornavano i rami di fili luccicanti, lampadine, pale colorate, stelle, pacchettini e nastri dorati.
Trattati con tutti gli onori, gli alberi si consolavano un po': dopotutto erano al centro dell'attenzione. Ma poi tutto cominciò a cambiare e gli alberi si trasformarono in oggetti vagamente ingombranti.
Un albero di Natale di Rivoli, Torino, che sentiva i suoi aghi farsi sempre più deboli, vide in televisione il grande albero di Piazza San Pietro a Roma. Raccolse tutte le sue forze e mandò il suo messaggio. Il messaggio era debole, ma raggiunse l'albero di Natale di un centro commerciale di Vercelli, che lo inviò ad un albero di una casa di Abbiategrasso, questo riuscì a farlo arrivare all'outlet di Fidenza e poi, da un albero all'altro, arrivò al grande abete di Piazza San Pietro. I piccioni che sono dappertutto lo dissero ai gabbiani e, di porto in porto, di città in città la voce si sparse dappertutto: "La notte di Capodanno ce ne andremo tutti! Non finiremo in una discarica o ad agonizzare in un giardino!"
"Dove andiamo?" chiese qualcuno.
"Ci nasconderemo da qualche parte. Il mondo è pieno di montagne e di foreste inaccessibili!" rispose a tutti l'abete di Trafalgar Square.
"Ma come faremo?"
Fu l'abete di Piazza San Pietro a trovare la soluzione: "Tutti abbiamo in cima un angelo o una stella. Dite loro di darsi da fare! Puntiamo tutti verso la Croce del Sud!"

Lacrime di resina profumata

La notte di Capodanno, mentre la gente festeggiava e stappava bottiglie di spumante, come una immensa nuvola nera, gli alberi di Natale partirono. I più giovani si divertivano a fare evoluzioni spericolate come Harry Potter sulla sua scopa magica: l'avevano visto alla tv…
Quando angeli e stelle si sentirono stanchi, il grande inconsueto stormo verde atterrò in una zona di acquitrini. Non riuscirono naturalmente a passare inosservati. Una folla di curiosi si radunò sbucando dalla savana. I primi ad arrivare furono i bambini.
Gli alberi di Natale amano i bambini e furono felici di vederli. Ma com'erano diversi da quelli che avevano conosciuto! Questi non avevano guance paffute e pigiamini colorati, morbidi peluches, telefonini, libri illustrati, braccialetti, dolci e torroni. Non avevano proprio niente tranne i grandi occhi sgranati, neanche i vestiti. Nei loro occhi, gli alberi videro solo fame, tristezza e il desiderio infiito di capire.
Il cuore degli alberi di Natale si intenerì. Grosse lacrime di resina profumata cominciarono a scorrere lungo i tronchi. Dopotutto erano stati abbondantemente contaminati dalla Capanna di Betlemme e dalla spirito del Natale.
L'albero di Piazza San Pietro tossicchiò e poi disse, commosso: "Dobbiamo fare qualcosa!"
Come un' improvvisa folata di vento passò tra le chiome degli alberi: "Ssssssssssssssì!"
L'albero di Trafalgar Square tuonò: "Che cosa possiamo fare? Siamo solo legno!"
Un alberello svedese, che tutti chiamavano Ikea replicò: "Con il legno si fanno le cose più importanti del mondo! Per esempio banchi di scuola, lettini, tavoli…."
"Matite!" gridò un alberello piccolo piccolo.
"Carta, quaderni, libri…!"
"…dollari e assegni!" concluse l'albero del Rockefeller Center.
"Cominciamo dai banchi di scuola e dalle matite" propose uno.
"Non vedremo più le montagne…" sussurrò timidamente un altro.
"Ma saremo il futuro per questi bambini!" disse un altro.
"Giusto!" gridarono tutti in coro.
"Ma come facciamo?"
"Ci vuole un falegname, naturalmente" disse l'abete di Piazza San Pietro. "E tutti noi ne conosciamo uno!"
Si alzò un grido solo: "San Giuseppeeeeeeeeee!"
Il buon Giuseppe si affacciò dal cielo. "Che volete?"
"Vieni giù! Con i tuoi attrezzi!"
San Giuseppe arrivò e si mise al lavoro. I primi banchi e le prime matite sono già stati consegnati ai bambini. Tutto quello che gli serve è qualcuno che gli dia una mano.


Ora tocca a noi aiutare gli alberi di natale e San Giuseppe a realizzare questo progetto!
Sarà questo il nostro impegno per i bambini del mondo per i quali abbiamo contribuito a costruire una scuola per aiutarli ad istruirsi. L'istruzione è il più importante mezzo per raggiungere uno sviluppo sostenibile. Ogni tentativo di rafforzare l'economia, di ridurre la povertà e migliorare la qualità della vita può produrre risultati soltanto con una maggior attenzione all'educazione. L'educazione fornisce alla gente le capacità di cui hanno bisogno per partecipare attivamente nella vita economica e nella società.


Proposte di contributo:

- matite e colori euro 5
- quaderni e album da disegno euro 10
- zainetto completo di materiale scolastico    euro 30
- banco di scuola euro 50