La
storia dell'Argentina è a tutti nota per i ripetuti sistemi
di dittatura. Attualmente i telegiornali italiani ci presentano
la Plaza de Majo, antistante alla "Casa Rosada", carica
di manifestanti: sono le madri o le mogli dei numerosi
desaparesidos (scomparsi durante il regime militare) che
chiedono ancora giustizia. Questa è storia. Purtroppo
quasi nessuno parla della situazione attuale dell'Argentina
sull'orlo di un disastro finanziario e sociale. Secondo
molti il paese non ha prospettive di migliorare. Il debito
pubblico, come la disoccupazione stanno raggiungendo livelli
spaventosi. Il domani preannuncia più fame e più miseria.
Anche se il presidente Fernando de la Rua sta cercando
di porre un riparo all'aumento della miseria nelle città
(soprattutto in Buenos Aires) con una politica di assistenza
sociale, il disagio giovanile si fa sentire ogni giorno
di più. Sono in aumento i ragazzi di strada, la prostituzione
e l'uso della droga, in particolare quello della colla
(la droga dei poveri). I Salesiani arrivarono nel Paese
125 anni fa. Furono i primi missionari mandati da Don
Bosco. Attualmente si trovano un po' in tutto il Paese,
ma la loro presenza è richiesta in modo particolare nelle
periferie delle grandi città come Buenos Aires, ed è proprio
qui che ha inizio l'Opera di Don Bosco per i ragazzi di
strada. ADOZIONI A DISTANZA
Inizio anno 2001 – Terminato nel 2003 per chiusura
opera.
CONTATTO CON LA MISSIONE:
Missione: Obra de Don Bosco
Indirizzo: Don Bosco 4002
C1206ABN - CAPITAL FEDERAL - Buenos Aires
Repùblica Argentina
OPERA DI DON BOSCO
Per i ragazzi della strada
STORIA
Nel 1985 ai salesiani viene affidata una parrocchia del
quartiere di "La Boca", una delle zone più povere di Buenos
Aires. I nuovi arrivati capirono subito di trovarsi di
fronte ad una situazione di forte rischio sociale, soprattutto
per la popolazione più giovane: ragazzi e adolescenti
completamente abbandonati a se stessi, senza istruzione
alcuna. La loro casa viene ad essere la strada. Molti,
pur avendo papà e mamma, è come se non li avessero. Nella
strada si trovano, si organizzano in bande, al fine di
razziare briciole di ricchezza ai più fortunati di loro.
Molti, così, finiscono per affollare le carceri minorili.
Di fronte a questa realtà, i salesiani si diedero subito
da fare, aprendo le porte della canonica ai più disperati.
Ben presto, però, si accorsero che le richieste di alloggio
erano superiori alle loro possibilità. Così nell'anno
1988 venne aperto il primo "Centro de Dìa (Centro Diurno)
en Piedras y Caseros". I bisogni di maggiori richieste
fecero pensare all'apertura di "Pequenos Hogares" (Piccoli
Luoghi) ubicati nei quartieri popolari, per dare la possibilità
all'inserimento e alla vita comunitaria. Fu così che si
iniziò nel 1990 il centro "Hogar de Ciudad Evita" e nel
1994 il primo "Hogar a San Justo". Nel 1998 si inaugurò,
a scopo preventivo, il Centro de Dìa (Centro di Giorno)
nella località di Ciudad Evita, destinato a bambini e
bambine del quartiere che vivevano insieme ai loro familiari,
offrendo un ambito di contenimento, ricreazione, educazione
e alimentazione per favorire lo sviluppo integrale dei
bambini. Nello stesso anno si iniziò il secondo Hogar
di San Justo, destinato aA bambini tra i 9 e gli 11 anni.
Per ultimo, nel 1999, anche nella località di San Justo,
si decise l'apertura di un nuovo Hogar destinato esclusivamente
alle bambine.
OBIETTIVI Gli obiettivi di questi Hogares si ispirano all'Opera
di Don Bosco e si rivolgono alla prevenzione e allo sviluppo
integrale dei bambini e degli adolescenti. Si tratta di
dare la possibilità alla popolazione più giovane di integrarsi
nella società, progettando un futuro sia nell'ambito lavorativo
che affettivo. Il Progetto si propone di creare uno spazio
diverso da quello della strada perché i ragazzi possano
rivedere il proprio passato, vivere il presente e costruirsi
un futuro. Da questa prospettiva gli obiettivi si indirizzano
a:
- Seguire gli adolescenti e i giovani che si trovano in
situazioni vulnerabili per creare forme alternative che
permettano loro di elaborare un progetto di vita.
- Realizzare le possibilità favorevoli perché tali giovani
possano stabilire nuovi vincoli sociali e intraprendere
processi di reinserimento nell'ambito scolastico, lavorativo,
culturale.
- Stimolare nei ragazzi una revisione sulla propria storia
personale, per un reinserimento con la propria famiglia
di origine.
- Promuovere il lavoro in rete con organizzazioni sociali
e popolari.
LA
METODOLOGIA
La metodologia per il Progetto si ispira al carisma di Don
Bosco. Don Bosco fu per i giovani "casa, cortile, scuola,
parrocchia". Per questo, Salesiani ed educatori laici, desiderano
essere per questi bambini "strada, casa, scuola, Buona Novella",
attuando, soprattutto, la pratica oratoriana. Il Progetto
segue la linea del Sistema Preventivo di Don Bosco: "Amore,
Ragionevolezza e Fede".
La metodologia ha quattro tappe fondamentali:
Giovani dei Pequenos Hogares
Il lavoro nelle strade dove ci si accosta ai bambini
nel loro ambiente "naturale". Si prendono, cioè, contatti
con i bambini che vivono nella stazione e nella piazza
di Constituciòn e Once e si cerca di stabilire un contatto
affettivo ed educativo di conoscenza e confidenza con
loro. Si crea, anche, un avvicinamento con le famiglie
dei ragazzi che vivono per le strade. Tutti i giorni l'
"Equipe della Strada", composta da due o tre educatori,
li va a trovare e dialoga con loro; li distoglie da quello
che è il loro ambiente a rischio, offrendo il mate [bevanda
simile al te] o organizzando partite di calcio o, semplicemente,
chiacchierando con loro. Vengono così create attività
educative e pastorali in spazi aperti. Insieme con altri
organismi di diritti umani e congregazioni religiose di
suore (Adoratrici e Oblate) si lavora per difendere i
loro diritti e impedire che finiscano nelle grinfie della
Polizia di Stato o dei Tribunali minorili.
Poi si continua con il secondo passo: il Centro de
Dìa (centro diurno) Questo è frequentato da giovani
di diverse età provenienti dalla strada. Si tratta di
uno spazio a porte aperte dove i bambini ricevono indumenti,
cibo, medicine; dove vengono svolte attività ricreative
come il gioco, lo sport, giochi da tavola e da salone
insieme ad attività scolastiche e creative come il disegno
o la pittura. L'assistenza permanente degli educatori
è la regola base di questa pedagogia. Senza di essa non
è possibile, per i ragazzi, entrare e convivere all'Hogar.
Per loro viene creato un clima familiare e allegro, con
delle norme di convivenza capaci a favorire il rispetto
reciproco.
Insieme al Centro de Dìa si propoAne ai ragazzi la presenza
nel Centro de Noche (Centro notturno). Qui si offrono
buone condizioni (serenità, intimità, riposo, ecc.) per
superare i pericoli notturni (furti, droga, ecc.). Si
cerca di potenziare gli aspetti positivi che permettano
ai bambini di maturare i loro progetti di vita.
Il quarto passo è l'inserimento dei bambini nei Pequenos
Hogares. Questo è uno spazio educativo di preparazione
e inserimento nel mondo del lavoro. Si fa in modo che
i ragazzi vivano uno spirito di famiglia e svolgano attività
comuni di studio, lavoro, vita sociale, sport e ricreazione.
Si tratta di un sistema di "porte aperte", che si inserisce
in un cammino di ricerca e incontri con le famiglie, di
salvaguardia della salute, di attenzioni sulla scolarità.
I Pequenos Hogares favoriscono la preparazione e maturazione
di un progetto di vita. Si è scelto di ubicare i Centri
in quartieri popolari per dare la possibilità di inserirsi
nella comunità.
Si lavora in due aree geografiche specifiche:
a)
le zone di Constituciòn e la Boca della città di Buenos
Aires, nelle quali si trovano :
- Un Centro de Dìa - Piedras 1597
- Un Centro de Noche - Piedras 1597
- Un Hogar - Rocha 1180
b) la zona della Matanza nel sobborgo di Buenos Aires nella
quale si trovano:
- Un Centro de Dìa (Ciudad Evita: Las Rosas 335)
- Quattro Hogares:
- Alicante 274 (San Justo)
- Alicante 509 (San Justo)
- Buchardo 4375 (San Justo)
- Las Amapolas 95 (Ciudad Evita)
Bambini di strada
RISULTATI
Attraverso più di dieci anni di un continuo accompagnamento
dei ragazzi nelle diverse tappe del progetto, sono passati
approssimativamente 500 giovani i quali hanno scelto la
libertà e, in base alle loro possibilità, una tra alcune
delle seguenti alternative:
- Ritorno alla propria famiglia
- Costituzione del proprio Hogar (spazio fisico)
- Costituzione della propria famiglia (spazio affettivo)
- Inserimento stabile all'interno dell'Istituzione Salesiana,
o in altre diverse Istituzioni
- Permanenza nelle strade con accompagnamento dell'Istituzione.
Il Mago Sales con i bambini di strada
Spettacolo del Mago Sales in
uno dei Centri dell'opera Don Bosco
ASSOCIAZIONE
MAGO SALES
Nel Novembre del 2000, il Mago Sales decise di andare
in Terra del Fuoco (Argentina), dove 100 anni fa si recarono
i primi missionari Salesiani di Don Bosco. Qui farà numerosi
spettacoli per i ragazzi delle scuole e per le comunità
parrocchiali. Tutto bene, anche se non incontrerà più
nessun Indios,ormai completamente scomparsi. In conseguenza,
però, di uno sciopero dei servizi aerei, il mago Sales
sarà obbligato ad abbreviare la sua permanenza nella Terra
del Fuoco e far ritorno a Buenos Aires due giorni prima
della partenza definitiva dall'Argentina. Ancora una volta
la Provvidenza darà una maAno all'Associazione nel trovare
nuove vie per aiutare i ragazzi bisognosi. Infatti, in
quei due giorni di riposo forzato, il Mago Sales sente
parlare di un progetto per i ragazzi di strada. Incontra
il Padre Morena, responsabile dei centri "Hogar" e visiterà
i centri in Buenos Aires. Ne resterà ammirato per l'opera
svolta dai numerosi volontari. Naturalmente vi farà uno
spettacolo di giochi di prestigio e ritornerà in Italia
con una promessa: aiutare anche questi ragazzi. La promessa
si sta concretizzando. Infatti, con i soldi raccolti a
seguito di ogni spettacolo del Mago Sales nelle scuole
d'Italia, viene aiutato un ragazzo delle strade di Buenos
Aires. Ora sono già più di 30 i giovani aiutati da altri
ragazzi delle scuole d'Italia e si sta creando un ponte
di solidarietà tra le nostre aule e i centri "Hogar" dell'Argentina.
Così alcune scuole d'Italia hanno un ragazzo in più tra
i propri banchi e le strade di Buenos Aires un ragazzo
in meno.