26/03/2010
Mago Sales su

Domenica di Pasqua 04 - 04 - 2010

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Repubblica Torino

STORIE DI PIEMONTE

Mago Sales, una bacchetta
contro la povertà dei bimbi

Don Silvio Mantelli organizza da anni spettacoli con i quali finanzia
progetti di solidarietà a favore dei bambini in 25 Paesi del mondo

di CARLO PETRINI

Silvio Mantelli, don Silvio o Mago Sales, è partito da Novello per il mondo. "Prete per vocazione, mago per passione" come dice lui. Nonostante i suoi 66 anni don Silvio conserva ancora un cuore, un entusiasmo e una vitalità da fanciullo e questo gli consente di vivere a pieno la vocazione e la sua magia più grande: donare un sorriso a un bambino.

"Il mio primo gioco è stata la scatola del piccolo prestigiatore; in seminario il professore di musica, accertata la mia assoluta incapacità a suonare, mi mandò in biblioteca a foderare i libri. Il primo che mi capitò parlava di magia: era destino". Molti anni sono passati da allora, ma la sua voglia di giocare rimane intatta, lo capisci dall'entusiasmo con cui ti racconta le sue iniziative: "Con i miei spettacoli cerco di sensibilizzare la gente e raccogliere fondi per finalità precise. L'esibizione è solo una parte del lavoro che faccio con grandi e piccini".

Al termine dello spettacolo ringrazia i bambini per aver portato i genitori: "Altrimenti sarebbero stati a casa davanti al televisore. Qui si divertono e stanno con i figli. Se giocassero un po' di più con loro, invece di riempirli di regali sarebbe meglio. Bisogna essere missionari anche qui, bisogna seminare per raccogliere".

Con le sue attività sta finanziando progetti di solidarietà a favore dei bambini in 25 paesi del mondo per affermare il "diritto al sorriso". "I soldi raccolti li porto direttamente ai missionari - puntualizza don Silvio - salto dei passaggi e vedo come sono destinati". La magia al servizio della Pastorale: "Sono un sacerdote che fa il mago. La mia passione è stata il lasciapassare per entrare in contatto con tante persone in luoghi diversi: presentandomi come prete avrei faticato". All'interno della congregazione, però, non sempre è stato aiutato a portare avanti il suo sogno di coniugare la vita di prete salesiano e di mago: "Non tutti i superiori accettavano questa situazione e poi c'erano delle difficoltà pratiche. Nei trasferimenti portavo gli attrezzi per i giochi, animali compresi. Una volta dovetti riadattare l'armadio della camera per ospitare le tortore. Alle 5 del mattino si mettevano a cantare svegliando i confratelli".

Il suo racconto è fluido, ricco di episodi. Il suo sorriso contagioso si alterna a momenti di riflessione, nei suoi occhi vedi la gioia di un bambino in attesa di un regalo. I ricordi si alternano ai progetti ancora da realizzare. La sua vocazione di missionario della gioia non conosce confini: "Ho viaggiato molto. Porto con me due valigie di giochi. Giungo nelle missioni e subito mi mandano a fare spettacoli: la magia non risolve i disagi, ma per qualche attimo li fa dimenticare, genera un'allegria contagiosa. O quasi. In Brasile, in un lebbrosario, un ragazzo che assisteva al mio spettacolo, triste e pensieroso, mi pose una domanda disarmante "tu che sei mago perché non mi guarisci?" Tornato in Italia capii che dovevo fare di più: la magia doveva entusiasmare il mio pubblico per portarlo a conoscenza dei bisogni dei bambini meno fortunati dei nostri. Con degli amici organizzai una serata e il ricavato fu destinato a pagare le cure a quel ragazzo". Da quell'esperienza maturò la Fondazione Mago Sales (www. sales. it) che, con l'aiuto di colleghi (promotori, poi, di Magi sans frontièrs), amici e benefattori, ha realizzato vari progetti (dispensari in Africa e Asia; scuole in Uganda e Madagascar); ha aiutato oltre 4000 bambini costretti fare i soldati o schiavi; è intervenuta in situazioni di emergenza come ad Haiti, con circa 200mila euro. "La liberazione dei bambini soldati in Uganda - dice don Silvio - è il progetto di cui vado più fiero. Con il nostro intervento abbiamo fatto studiare molti ragazzi dando loro una speranza. Il lavoro da fare è ancora tanto". Don Silvio segue personalmente questi progetti, individua gli interventi più utili. In Brasile ha aiutato Padre Bento che ha strappato dalla strada molti bambini con un vecchio frigorifero e insegnando loro a fare i ghiaccioli. L'attività s'ingrandì: "Finanziammo l'acquisto di macchinari e di bici per trasportare più velocemente i ghiaccioli. Si allestì una vera gelateria, e poi una panetteria". Le sfide da vincere sono ancora tante; i bambini sono vittime innocenti della malvagità dei grandi. Spesso ci s'imbatte in situazioni inimmaginabili nel terzo millennio: "E' ancora fiorente il mercato di bambini venduti come schiavi, costretti a prostituirsi o mutilati per l'accattonaggio. In un villaggio del nord del Pakistan ho visto povertà estrema. Il forte vento aveva impedito al frumento di crescere e i contadini per pagare i debiti fatti con il latifondista per l'acquisto delle sementi, non avevano altra soluzione che vendere i figli. Arrivai lì per riscattare un bambino. Pagammo 3000 dollari direttamente al proprietario del terreno. Fu il primo bambino comperato dalla Fondazione Mago Sales". Ride invece quando pensa al suo incontro con Madre Teresa e a quanto si divertì al suo spettacolo: "Fui arruolato nella sua squadra. Al mattino mi dava il foglietto dei luoghi dove dovevo fare gli spettacoli".
La sua ultima creatura sta per nascere a Cherasco e si chiama Smilab, laboratorio del sorriso, una struttura unica al mondo, che ospiterà un museo animato, una scuola di magia (rivolta in particolare agli operatori del sociale), una fornita biblioteca di magia, un teatro, percorsi magici e tante alte sorprese. Mai espressione fu più appropriata. La direzione, infatti, è in mano a due grandi bambini: Mago Sales e al suo allievo Arturo Brachetti.
"Mago ti prego non mollare, continua così! Porta la gioia dei tuoi occhi a quanti più bambini possibile. Allora la tua vita non sarà passata invano" ci uniamo a questo augurio rivolto da un dottore somalo a don Silvio. A fare cose grandi per i piccoli del mondo ci vuole poco, a volte basta un sorriso. "Dio non ti chiederà se sei stato credente, ma se sei stato credibile": buona Pasqua.
Storiedipiemonteslowfood. it

 

IL GIORNALINO

n. 16 – 14 aprile 2010

 

SIM "SALES" BIM!

 

A colloquio con don Silvio Mantelli, un sacerdote che gira il mondo regalando magie a tutti i bambini.

 

Si definisce prete per vocazione e "mago" per passione. Silvio Mantelli, in arte Mago Sales, è un sacerdote salesiano che da anni intrattiene centinaia di migliaia di bambini con i suoi spettacoli a base di giochi di prestigio.
Dirige una rivista di magia "Sim Sales Bim", ha una Fondazione che opera con progetti umanitari in tutto il mondo; ha fondato un’organizzazione internazionale di volontariato, "Magiciens sans frontières", a cui aderiscono circa quattrocento artisti tra giocolieri, prestigiatori, fantasisti, tra cui Raul Cremona, Mister Forest, il mago Berry.
Un’altra sua iniziativa è "Disarmo dei bambini": a chi consegna un’arma giocattolo dà in cambio... una bacchetta. E sta per inaugurare a Cherasco (Torino) un museo e una scuola di magia, lo Smilab, con un direttore artistico d’eccezione, il grande trasformista Arturo Brachetti: quando giovanissimo frequentava il seminario di Chieri il Mago Sales è stato il suo primo mestro

 

Che cosa fa un prete mago?

Dico Messa, come tutti i sacerdoti. Ma alla fine di una predica, per esempio, prendo un libro speciale, con le pagine a colori, come la vita e i pensieri di un bambino. Poi questo libro, man mano che lo sfoglio, diventa grigio e infine le pagine si fanno bianche. Ecco che riprendendo il messaggio di Gesù dico che se non torniamo come bambini non entreremo mai nel Regno dei cieli. E zac, con un colpo di teatro le pagine ridiventano colorate.

Un po’ come don Giovanni Bosco...

Anche il santo che ha dato vita al mio ordine religioso si dilettava con trucchi e magie. Ma soprattutto diceva che bisogna fare le cose non per i bambini ma con i bambini. Io ho imparato le tecniche per far apparire e scomparire gli oggetti, ma ciò che conta di più è la disponibilità d’animo, lo slancio sincero che metto nei miei spettacoli.

Prima mago o prima sacerdote?

Io ho scelto di fare il mago (una passione nata da piccolo partendo da una scatola di trucchi), ma è la vocazione che ha scelto me. È stata una chiamata improvvisa. Frequentavo la scuola dai salesiani, studiare non mi piaceva, avevo collezionato varie bocciature. Poi ho sentito un prete operaio che parlava, un prete diverso dagli altri, che viveva a contatto con la gente. Ho scritto di getto una lettera ai miei genitori: "Mi farò prete". Pensavo di partire missionario, e invece sono finito tra scuole e oratori.

Però in missione alla fine c’è andato con la valigia del mago...

Dal 1993, anno del mio primo viaggio all’estero, ho visitato decine di Paesi, portando il sorriso ai bambini di Nigeria, Kenya, Madagascar, Somalia, Uganda, Bolivia, Filippine, India, Vietnam... Prossime tappe il Sudan e poi Haiti. Con la mia Fondazione abbiamo raccolto 200.000 euro . Ricostruiremo una scuola salesiana di arti e mestieri che dava formazione a 22.000 ragazzi.

 

Ma i bambini del mondo ridono tutti allo stesso modo?

Il teatro e la musica sono linguaggi dell’anima che arrivano ovunque. La magia si basa soprattutto sui gesti: quello che faccio è suscitare lo stupore, la gioia, e invitare poi a riflettere sulla meraviglia che è la vita. La vita è un dono, una scoperta, e ogni giorno è un giorno nuovo tutto da scoprire.

 

 

Fulvia Degl’Innocenti